
Chirurgia urologica a cielo aperto
E’ la chirurgia urologica classica e viene utilizzata in ogni patologia urologica di interesse chirurgico quando le altre metodiche risultino inapplicabili, particolarmente complesse, rischiose, o o palesemente insufficienti per ottenere il risultato ottimale. Particolarmente la chirurgia uro-oncologica complessa trova ancora oggi la sua massima indicazione nel trattamento “a cielo aperto”.
Di seguito, sono riportati le tecniche di chirurgia urologica a cielo aperto più comuni:
- Prostatectomia radicale
L’intervento chirurgico di prostatectomia radicale a cielo aperto prevede l’asportazione della ghiandola prostatica mediante un’incisione addominale sotto-ombelicale di circa10 – 15 cm. L’intervento può essere effettuato in anestesia “loco-regionale”, cioè mediante una piccola iniezione di anestetico a livello della colonna vertebrale (generalmente in associazione a una sedazione) oppure in anestesia generale. Dopo l’incisione cutanea si accede alla pelvi dove si trova la prostata, localizzata inferiormente alla matassa intestinale. Nel caso in cui fosse oncologicamente necessario, si procede alla rimozione dei linfonodi pelvici, a cui afferisce la linfa prodotta dalla prostata, bilateralmente. I linfonodi sono piccole ghiandole con la funzione di filtrare liquidi e proteine (ed eventualmente cellule tumorali) presenti nei vasi linfatici. La rimozione dei linfonodi viene eseguita al fine di ottenere una più precisa stadiazione della malattia e maggior radicalità.
- Nefrectomia radicale
La nefrectomia radicale prevede un accesso addominale anteriore con incisione xifo-ombelicale a lembo epigastrico sottocostale o xifo-sotto-ombelicale mediana (cioè da sotto lo sterno fino sotto l’ombelico). In casi molto particolari la stessa incisione può o deve essere estesa al torace, ma l’aggressione chirurgica rimane sempre anteriore.
La corretta esecuzione dell’intervento prevede prima la legatura e la sezione dei vasi sanguigni renali (a scopo di evitare la diffusione attraverso il sangue di cellule maligne che potrebbero migrare dal rene ai vasi sanguigni o linfatici), quindi la legatura e la sezione dei vasi gonadici e dell’uretere ed infine l’asportazione del rene. Per le neoplasie localizzate al polo superiore è prevista l’asportazione anche del surrene. Di prassi durante la nefrectomia vengono asportati anche i linfonodi limitrofi. Al termine dell’intervento viene poi posizionato un tubo di drenaggio che verrà rimosso (in reparto) generalmente dopo 2-3 giorni salvo complicazioni.
- Surrenectomia
La surrenectomia è un’operazione chirurgica che consiste nell’asportazione di uno o entrambi surreni. Viene eseguita in caso di adenomi surrenali funzionanti, carcinomi del surrene o di surreni iperplastici che sintetizzano glucocorticoidi o mineralcorticodi in quantità eccessive.
Attraverso una incisione lombotomica sottocostale (sul fianco al di sotto dell’ultima costa) Si raggiunge il retroperitoneo e la fascia perirenale che viene mantenuta intatta. Al di sopra del rene e della sua capsula si trova il surrene che viene isolato evitando eccessive manipolazioni che provocano la secrezione ormonale. Previo clippaggio dei vasi surrenalici, il surrene viene isolato, mobilizzato, separato dal polo superiore del rene e quindi rimosso
Chirurgia dell’incontinenza urinaria da sforzo maschile
L’incontinenza urinaria da sforzo maschile, usualmente riconosce cause iatrogene ed è pertanto conseguente a prostatectomia radicale nella stragrande maggioranza dei casi, oppure, molto più raramente, a resezione transuretrale della prostata o adenomectomia prostatica transvescicale. Meno frequente quella neurogena.
Il trattamento consiste, nei casi più gravi nell’impianto di sfintere artificiale e, negli altri di sling sub-uretrale o di infiltrazione periuretrale di cellule staminali adipocitarie prelevate dal grasso addominale del paziente.